Consegna a giorni alterni: Poste italiane raddoppia i Comuni, Uncem: «Sconcertante»

Consegna a giorni alterni: Poste italiane raddoppia i Comuni, Uncem: «Sconcertante»
Giovedì 22 Dicembre 2016 - 15:55

Poste Italiane ha comunicato alle associazioni degli Enti locali di voler procedere con il piano di riduzione della consegna della corrispondenza, rendendola a giorni alterni in ulteriori 2.632 Comuni italiani che si sommano così 2.632 che hanno già subito la razionalizzazione nel corso del 2015 e del 2016. La decisione è stata comunicata in una riunione convocata a Roma al Ministero delle Autonomie e degli Affari regionali.

 

Dura la reazione di Uncem, che ritiene «inaccettabile e molto dannosa» la decisione di Poste, sollecitando il Ministero, con il Ministro Enrico Costa, a far rispettare la risoluzione del Parlamento europeo che impone la consegna per cinque giorni settimanali. Visti gli utili di Poste di 565 milioni di euro nel primo semestre 2016, secondo Uncem i tagli ulteriori non sarebbero giustificati.

 

«Poste con la distribuzione a giorni alterni riduce i servizi, taglia un diritto di cittadinanza, va in contrasto con quanto chiede l'Europa ai gestori del servizio universale - commentano Marco Bussone e Paola Vercellotti, vicepresidenti Uncem Piemonte - altri 2.632 sindaci si troveranno a dover spiegare ai cittadini che lo Stato sta riducendo la presenza sui territori. Non possiamo accettarlo. Bene hanno fatto molti Parlamentari piemontesi, dopo le molte sollecitazioni di Uncem, a chiedere chiarimenti al Governo, visto che l'azienda è ancora controllata dallo Stato».

 

LA MANCATA CONSEGNA

DI QUOTIDIANI E SETTIMANALI

Uncem, al tavolo nazionale, ha chiesto che venga subito applicato concretamente il protocollo di intesa che prevede, tra le altre cose, l'attivazione di Postamat per prelievi e versamenti, nuovi servizi negli sportelli, la tesoreria per Comuni e Unioni. «È però sconcertante che Poste non si stia preoccupando della consegna dei quotidiani e dei settimanali nei piccoli Comuni - proseguono i vice presidenti - e nelle aree interne. Rispetto ai nuovi servizi, è almeno dieci anni che Uncem sollecita l'azienda a individuare aree e Comuni pilota. Agli impegni verbali, non sono seguite azioni formali e niente si è concretizzato. Il dialogo e il confronto non sono sufficienti. Serve un'operatività diversa e soprattutto un maggiore rispetto degli Enti locali che non devono essere costretti a subire piani di riordino e ristrutturazioni dei servizi che compromettono i servizi nelle crisi aree interne e nei piccoli Comuni».

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Paola Molino