La famiglia dei lemuri del bioparco Zoom cresce con Kakao e quattro sorelle

La famiglia dei lemuri del bioparco Zoom cresce con Kakao e quattro sorelle
Martedì 3 Maggio 2016 - 15:43

Al Bioparco Zoom di Cumiana la grande famiglia dei lemuri si allarga: a fine anno è nato Kakao, terzogenito di Stega. È troppo piccolo per stabilirne il sesso, ma porta a quindici gli esemplari di lemure Catta che vivono nell'habitat Madagascar di Zoom. A loro, si aggiungono altre quattro new entry: sono tutte sorelle di lemure Valecia, tra cui due gemelle, Renala e Jasmin, classe 2008, accanto a Iris del 2013 e Lamu del 2012.

 

Arrivano da Wroclaw, in Polonia, grazie al programma di interscambio tra bioparchi europei dell'Eaza. Sono tutte dello stesso sesso per evitare la riproduzione, gestita in modo da evitare sempre la consanguineità. La loro è la quinta specie della famiglia lemuridea ospitata nello stesso ambiente e senza barriere: un caso unico. Oltre alla famiglia dei Lemur Catta e Varecia, vivono infatti a Zoom anche esemplari di Eulemur Macaco, Rubriventer e Mogoz.

 

«Sono molto lieto di accogliere a Zoom quattro esemplari di lemure Varecia – afferma Daniel Sanchez, Direttore Zoologico del bioparco -  I visitatori ora potranno conoscere una tra le specie di lemuri più minacciate in natura ad alto rischio di estinzione. Solo imparando a conoscere gli animali possiamo proteggerli».

 

#CONOSCERE PER CONSERVARE

È la campagna social lanciata dal bioparco Zoom per informare e sensibilizzare i visitatori sulle specie più seriamente minacciate dall'uomo. Drammatici i numeri che riguardano l'ambiente: «Dall'inizio del secolo scorso - spiegano i responsabili del bioparco - abbiamo perso il 97% degli esemplari di tigri a causa della deforestazione e del bracconaggio. Il traffico di corni di rinoceronte è aumentato di 30 volte negli ultimi 13 anni, e viene ucciso un esemplare ogni sette ore. La sopravvivenza dei lemuri è messa a rischio dalla deforestazione massiccia, in Madagascar e nel resto del mondo. La pesca intensiva nei mari sud africani è la causa della scomparsa progressiva dei pinguini da Bouldres beach».

 

La ricerca del dott. Pierluigi Acutis dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta con il Cranes e in collaborazione con la biologo del bioparco Valentina Isaja, ha lo scopo di mappare la colonia di 65 pinguini ospitata da Zoom: «Tra gli scopi futuri - spiegano i ricercatori - c'è quello di reimmettere in natura alcuni esemplari per ripopolare gli habitat di origine». Altri studi in collaborazione con l'Università di Torino si focalizzano su Siamanghi, lemuri e pinguini di Zoom, e in particolare sul loro comportamento.

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Paola Molino