Indesit None: in 125 senza lavoro «tra l'incudine e il martello»

Mercoledì 30 Luglio 2014 - 15:19

Papabile delusione e rabbia davanti ai cancelli dello stabilimento Indesit. Oggi i circa 125 lavoratori non ancora ricollocati sono stati chiamati ad una scelta: in estrema sintesi, o accettare di trasferirsi al sito produttivo Indesit di Comunanza, nelle Marche, oppure quella di dire “si” ai 30mila euro lordi corrisposti dall'azienda come sostegno al reddito in funzione del licenziamento. 

Al 31 ottobre scadrà, infatti, la cassa integrazione straordinaria: dopodiché, in assenza di un prolungamento ulteriore dell'ammortizzatore sociale, eventualità legata ad una possibile “cassa in deroga”, scatterà la mobilità. 

Per quei lavoratori che entro domani non prenderanno una decisione (quindi non apporranno in calce nessuna firma ad una delle due possibilità) i 30mila euro lordi diventeranno 20mila alla scadenza di ottobre.



Le maestranze ritengono che queste due possibilità (il denaro tutto e subito o Comunanza) rappresentino l'incudine e il martello: «Di fatto - sostengono in coro - siamo in mezzo a una strada: per noi non c'è stata ricollocazione. L'azienda si era impegnata a risistemare ogni singolo lavoratore. Andare a Comunanza significa sradicarci completamente dalla nostra terra. Chi ha famiglia e ha costruito qualcosa qui in Piemonte come può ritenere tale soluzione davvero valida? Senza considerare che il sito marchigiano potrebbe, da Gennaio, trovarsi invischiato in un'apertura del regime di cassa integrazione: possibilità che ci è stata enunciata ufficialmente. Ci sentiamo abbandonati, in primis dai sindacati che hanno firmato un patto favorevole solo alla multinazionale». 


Tra venerdì e lunedì, una delegazione di dipendenti Indesit è stata ricevuta in Comune dal sindaco Enzo Garrone, dal vice-sindaco Roberto Bori Marrucchi e dall'ex-primo cittadino Maria Luisa Simeone.

Federico Rabbia
Foto Bussolino
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