All'Accademia il quartetto d'archi della Scala

Martedì 19 a Pinerolo, con Danilo Rossi, prima viola del teatro milanese

PINEROLO - Ritorno alla sala "Cerutti Bresso", alle 21 di martedì 19, per il secondo appuntamento della stagione concertistica dell'Accademia di musica.
Questa volta, dopo il pianista spagnolo Achùcarro, sarà la volta di uno dei più prestigiosi complessi cameristici italiani, il quartetto d'archi della Scala di Milano, cui si affiancherà la viola di Danilo Rossi, esecutore ben noto alla vita formativa dell'Accademia pinerolese, che Riccardo Muti volle a ricoprire il posto di prima viola del teatro milanese (che ancora oggi è suo).
L'insieme strumentale del maggiore teatro lirico della penisola, nato nel 1953, è stato, anche negli anni più recenti, una delle esperienze divulgative di punta, per la musica cameristica, dell'orchestra scaligera.
In questa occasione, l'Accademia di Musica, ultimata quella delle opere strumentali di Beethoven, darà inizio all'esecuzione integrale, suddivisa in più serate, della produzione cameristica di Johannes Brahms.
I violinisti Francesco Manara e Pierangelo Negri, il violista Simonide Braconi e il violoncellista Massimo Polidori suonerannno, insieme al violista Rossi, due composizioni di altissimo livello interpretativo: i quintetti op. 88 e 111 di Brahms.
Si tratta di due opere risalenti al decennio 1880-90, ricche di inventiva melodica, strutturate la prima in tre movimenti di carattere vivace e cangiante, la seconda nei più canonici quattro movimenti, con notevoli inflessioni popolareggianti (tra cui i riferimenti alle danze di origine ungherese "czardas").
Sono opere con cui Brahms intendeva affermare la sua personalità creativa e con cui - nella fattispecie con la seconda - intendeva addirittura chiudere la sua carriera di compositore.
L'ingresso alla serata prevede due tipologie di biglietti: i posti numerati a 20 euro e gli ingressi, in vendita a partire dalle 20,45 la sera del concerto, a soli 10 euro per i ragazzi nati dopo il 1985.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino