La storia di un ex-internato nella giornata della Memoria

Giornata della memoria, oggi a Torino una medaglia agli ex internati
Giorno e notte scortati dai Kapò i cui ordini Giovanni sa ancora ripetere in tedesco

Mercoledì 27, Giorno della memoria, alle 12, al teatro Carignano a Torino, sarà consegnata una medaglia d'onore conferita del Presidente della Repubblica agli ultimi ex-internati militari torinesi, nell'ambito di una manifestazione organizzata sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e il Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah. Tra questi valorosi, sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi, una ventina di pinerolesi. Ci sarà anche Giovanni Sanmartino, nato a Cumiana nel 1921. Partito per la guerra a 19 anni, scampò («per pura fortuna») alla campagna di Russia ma fu spedito in Grecia nell'agosto del '42, tra le fila dei reparti autocarri accampati a Dafni, vicino ad Atene, e fu catturato dai tedeschi dopo l'8 settembre '43.

Vive a Cavour con la moglie Ida Rainaudi (sono sposati da 61 anni) e la famiglia. I ricordi della «maledetta guerra» sono scolpiti come pietre nella sua lucida memoria. «Non si cancellano il dolore, la paura, l'orrore della morte vista in faccia decine di volte con i compagni seppelliti ai bordi di una ferrovia, come accadde in quel viaggio infinito da deportati in Germania». Giovanni ha la voce ferma e sicura, mentre racconta: «Servivamo la patria da anni, Mussolini ci stava rubando la giovinezza e in quella guerra proprio non ci credevamo più. Ma l'armistizio pose fine a qualsiasi logica, mentre quei falsi alleati di tedeschi non persero tempo e ci ingannarono, con la promessa di rimpatriarci una volta consegnate le armi».

Manuela Mié

(continua)
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